Questa ricetta, che ha il pregio di rispondere ai problemi legati ai regimi sbilanciati che portano all’insorgenza di patologie letali, è la elaborazione e la sintesi di una serie di consuetudini sparpagliate che ultimamente gli italiani (ma non solo, credo) stanno valorizzando. Più che una ricetta, a dire il vero, si tratta di una lista di ingredienti base, da modulare come meglio si crede. Questi ingredienti sono un vero toccasana; fatene un uso costante e vedrete che non correrete più il rischio di ammalarvi di brutti mali.
Eccoli:
– selettiva eliminazione dai palinsesti televisivi di tutte le trasmissioni collocabili al di sotto della soglia di 85 sulla scala Q.I.;
– abbondante repressione di qualsiasi atto che offenda la sensibilità religiosa;
– spolverata di indumenti femminili che non facciano sembrare le nostre donne delle troie (o, a piacere, delle prostitute).
Bon appétit!
18 commenti
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14 gennaio 2015 a 12:18 PM
giambastasemprequa
Dice: “Siamo tutti ebrei…Poi siamo tutti Charlie,
Poi torniamo tutti ad essere facce di merda”.
Dico io: “TU sei stato Charlie…TU sei ebreo…
TU torni ad essere la solita faccia di merda.
Ebreo e faccia di merda”
N.D.R Trattasi di libertà di satira.
La tanto auspicata libertà di satira.
La tanto agognata libertà di satira.
E se me dite qualcosa vado in piazza co’ la matitina alzata.
O NOOO ??
14 gennaio 2015 a 12:35 PM
marcoz
Per quel che mi riguarda, oltre a fare con la matita quello che preferisce (ma non gli faccia troppa punta), può pensare e dire che gli Ebrei sono delle merde*, i negri delle scimmie e i gay dei pervertiti, dei malati pericolosi.
Quello che voglio sapere da lei è cosa dobbiamo fare con tutta questa gente. Riabilitazione, segregrazione, eliminazione o cosa?
(ha un solo commento e una decina di righe a disposizione, ne faccia buon uso)
* o forse “ebreo” è un insulto a sé?
14 gennaio 2015 a 4:49 PM
Manlio Pittori
No, mister Giamba, direi proprio di no.
Presentarsi alla messa delle undici e, al momento della comunione o della predica, iniziare a urlare Siete tutti delle merde porcoddio andate a fare in culo con le vostre madonne non è libertà di satira: è rompere i coglioni alla gente, cosa che si deve evitare.
Se io, alla mensa della Caritas dove lei pranza abitualmente, le cago nel piatto, non è libertà di satira: è, ancora una volta, rompere i coglioni alla gente.
La satira si fa sui giornali di satira, o nelle pagine della satira: non si pretende che il Bollettino parrocchiale ci pubblichi la nostra vignetta con Gesù Cristo inchiodato a un cazzo di cane.
Invece lei fa proprio questo: si presenta qui e inizia a sbraitare i suoi ebrei facce di merda, che non c’entrano nulla con quello di cui si sta trattando nel post.
Non è libertà di satira: è una grandissima rottura di coglioni, per giunta da una persona maleducata e ignorante.
14 gennaio 2015 a 11:46 PM
giovannifrancescosagredo
In altre parole, la liberta di satira uno la esercita a casa sua e poi la pubblica su un canale convenzionato.
15 gennaio 2015 a 11:29 AM
Manlio Pittori
Mi scusi, ma ho forse scritto che
“la liberta di satira uno la esercita a casa sua”?
Ho scritto, nella sciocca e puerile convenzione che la gente sappia leggere e capire quello che legge, che non si entra nelle case altrui a fare quello che ci pare.
Forde gradirebbe, mentre lei è impegnato a casa sua in una seduta satanica o in un battesimo mormone o nell’adorazione di Manitù, che io mi presentassi pretendendo di defecare sul suo totem urlando che la sua mamma è una troia – giustificando l’irruzione con l’esercizio del diritto di satira?
Se la risposta fosse sì, mi faccia sapere dove abita, ché mi faccia vivo al più presto, in modo da utilizzare proficuamente il prodotto dell’influenza intestinale che mi pare di essermi preso ieri.
Mi scusi ancora, ma ho forse scritto che la satira si
“pubblica su un canale convenzionato”?
Io ho scritto, sempre nella stupida convinzione che la gente sia in grado di leggere e comprenderne il senso, che la
“satira si fa sui giornali di satira, o nelle pagine della satira”
intendendo, per evitare noiose precisazioni, che la satira si fa in luoghi e posti riconoscibili.
Se sto ascoltando con i miei figli (7, 10 e 12 anni) Lo zecchino d’oro, non mi piacerebbe molto vedere sbucare all’improvviso, tra le Tagliatelle di Nonna Pina e La danza del moscerino, Daniele Luttazzi che, con la giustificazione della satira sempre, dovunque e comunque, propone la storiella della sodomizzazione e degli anelli di cipolla.
Se invece a lei una situazione simile pare corretta e giusta, mi faccia sapere: qualora fosse al capezzale di sua madre morente, sarà un piacere per me poter saltellare lì attorno urlando, sempre in nome dell’ubiqua libertà di satira, che preferisco farmi fare i pompini dalle vecchie, perchè gli si può togliere la dentiera, come più volte fece la sua augusta genitrice.
Mi faccia sapere, mister Sagredo: sono pronto per farle apprezzare la mia libertà di satira, anche mentre si sta tamponando una dolorosa e purulenta fistola anale.
15 gennaio 2015 a 12:37 PM
giovannifrancescosagredo
É essttamente quello che intendevo: lei legge nel pensiero
15 gennaio 2015 a 11:34 AM
marcoz
“sono pronto per farle apprezzare la mia libertà di satira”
Ohibò, io pensavo che il siparietto finale, quello del capezzale, fosse già satira.
15 gennaio 2015 a 1:19 PM
Manlio Pittori
Bene: allora mi dica dove la posso trovare. Ho in mente una performance satirica nel salotto di casa sua. Per gli ingredienti – smegma, deiezioni umane, sangue mestruale, lanetta d’ombelico e ritagli di unghie – sono a posto.
Nel caso decidessi di improvvisare la versione beta della mia piece, per la quale necessito di impregnarmi le labbra di umori vaginali appena prodotti, ha in casa sorelle, mogli o figlie tra i 30 e i 45 anni?
Possiamo fissare anche una data? Sa, ho parecchie richieste.
Attendo sue, allora.
Grazie.
15 gennaio 2015 a 1:25 PM
giovannifrancescosagredo
Si te poi trovarme FTM
15 gennaio 2015 a 1:25 PM
marcoz
La mia posizione di tenutario del blog mi spinge a intervenire come moderatore.
@Manlio
Forse a causa dei rapporti avuti qui con il Giamba e le signore S.(S.), ha interpretato male il primo intervento di GFS, che in sostanza dice le stesse cose che afferma lei.
Almeno, così mi pare.
15 gennaio 2015 a 1:26 PM
giovannifrancescosagredo
Direi… Ma si vede che mi sono spiegato male
15 gennaio 2015 a 2:57 PM
Manlio Pittori
@ marcoz
Nel suo primo intervento, GFS scrive:
“In altre parole, la liberta di satira uno la esercita a casa sua”.
Dato che GFS sta rispondendo al mio commento, il suo “in altre parole” sarebbe un modo per riassumere quel commento.
Peccato che io non abbia mai scritto che
“la liberta di satira uno la esercita a casa sua”;
e non l’ho scritto né con quelle parole né con altre parole.
La libertà di satira si esercita dovunque ci sia un luogo adatto alla satira: il teatro, la pubblica piazza, la televisione, il cinema, internet, casa propria, la sala comunale, l’auditorium della scuola.
Io posso fare satira sui Testimoni di Genova, sugli animalisti e sui raeliani dovunque, basta che non pretenda di farlo nella Sala del regno, nella sede degli amanti del furetto o nell’astronave dei filo-extraterrestri – a meno che loro non mi invitino a farlo.
Se uno vuole prendere per i coglioni gli ebrei o i diversamente abili, deve poterlo fare, anche pubblicamente: e il Comune o la Regione devono mettergli a disposizione il luogo adatto per farlo – come detto, teatro, piazza del Duomo o centro congressi.
Se a uno da fastidio la satira contro gli ebrei, eviterà di andare a teatro o di passare per piazza del Duomo.
Quindi, ritengo che la liberta di satira uno NON (ribadisco: NON; N-O-N)la esercita a casa sua, ma la esercita pubblicamente.
Ecco, magari si potrebbe evita di rappresentare “Maometto era impotente e inculava le capre di Abdul” davanti alla moschea il venerdì; lo spettacolo “La Madonna era vergine ma faceva i bocchini con l’ingoio a Giuseppe”, anzichè metterla in scena sul sagrato di Santa Brigida durante il triduo pasquale, lo si potrebbe spostare ai giardini di via Prosperi.
Un minimo di intelligenza contestuale non guasterebbe, insomma.
15 gennaio 2015 a 2:57 PM
Manlio Pittori
@ giovannifrancescosagredo
Mi può tradurre “Si te poi trovarme FTM” in italiano? Grazie.
15 gennaio 2015 a 10:03 PM
giovannifrancescosagredo
Ci sono cose di lei che non capisco, se lei ne ha che non capisce di me, se ne faccia una ragione, via.
15 gennaio 2015 a 3:05 PM
marcoz
Era chiaro che a creare i problemi fosse stato l’uso di “a casa sua”, e magari sarà un’espressione infelice, in questa occasione.
Però proviamo a sostituire la locuzione con qualcosa d’altro; che so, usiamo “con discrezione” (che è assimilabile a fare le cose in casa propria, anche se ha un senso molto più ampio).
Il commento di GFS diventa: «In altre parole, la liberta di satira uno la esercita [con discrezione] e poi la pubblica su un canale convenzionato.»
Ripeto: a me pare la stessa cosa di quanto afferma lei.
15 gennaio 2015 a 2:25 PM
Erasmo
Istruttivo.
15 gennaio 2015 a 2:28 PM
marcoz
La mia attuale lettura (colonna a sx)? Sì, abbastanza.
16 gennaio 2015 a 11:04 PM
giovannifrancescosagredo
Per lei l’acronimo non ha segreti…