Periodicamente si rinfocola la polemica sull’eccessivo uso del fotoritocco, in particolare per quanto riguarda la presentazione di prodotti cosmetici, intimi e di moda in genere, in cui il testimonial è una esponente del sesso femminile.
Quando ciò accade, si sollevano cori di critiche negative rivolte al “disinvolto” utilizzo che si fa dei software dedicati alla post-produzione fotografica (che consente di rendere le modelle immuni da imperfezioni) e prende corpo la pressoché unanime censura per l’inganno di cui il fotoritocco sarebbe artefice.
Molto più rare, o addirittura inesistenti, invece, sono le voci che fanno notare come l’inganno vero e proprio non risieda affatto nei prodigi e nella invadenza, risputa, della correzione dei pixel, ma nell’utilizzo delle modelle.
È proprio vero che, a essere troppo evidenti, a volte si diventa invisibili.
3 commenti
Comments feed for this article
27 maggio 2013 a 9:41 AM
Marcoz
(dovesse passare di qui chi dico io, sono certo che mi direbbe che la chiusa del post è una inconsapevole dichiarazione di fede)
27 maggio 2013 a 1:39 PM
banditore
Le modelle, ustia, sono proprio delle belle donne.
(perdonate la semplicità del commento, ma parlava l’istinto che, come si sa, è un po’ primitivo)
27 maggio 2013 a 2:04 PM
Marcoz
Essì.