HANNO DETTO
«Nessuno merita d'esser lodato per la sua bontà se non abbia la forza d'essere cattivo: ogni altra bontà non è il più delle volte che una pigrizia o un'impotenza della volontà.»
(François de La Rochefoucauld)
«I'm not insane. My mother had me tested.»
(Sheldon Cooper)
«Preferisco leggere o vedere un film piuttosto che vivere... nella vita non c'è una trama.»
(Groucho Marx)
«Reality is that which, when you stop believing in it, doesn’t go away.»
(Philip K. Dick)
«Quando una persona soffre di un'illusione parliamo di pazzia, ma quando ciò accade a molte persone parliamo di religione.»
(Robert Pirsig)
«È un errore capitale teorizzare prima di avere i dati. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, invece di adattare le teorie ai fatti.»
(Arthur Conan Doyle)
«La libertà. Chiunque arrivi, fresco fresco, a darne una definizione innovativa è sicurissimamente uno che te lo vuole mettere nel culo.»
(Erasmo)
«Quando vedo Marilyn Manson mi sento così carogna che ho il pensiero di andare a costituirmi.»
(Banditore)
«Ratzinger: "Dio si dà gratis".
Ma si fa pregare.»
(www.spinoza.it)
«Il palcoscenico del mondo è un teatro e sia gli uomini che le donne non sono altro che attori porno.»
(Mr.Ghirlanda)
54 commenti
Comments feed for this article
2 febbraio 2012 a 12:27 PM
Scintilla
E questa sarebbe satira? Su, ci dica, sig. Marcoz, dove sta l’attacco al potere?
2 febbraio 2012 a 12:32 PM
Marcoz
Onestamente, non saprei dire “dove sta l’attacco”. Però, posso suggerire a cosa può attaccarsi chi si fa venire in mente domande del genere.
2 febbraio 2012 a 4:08 PM
red. cac.
Il sig. Scintilla stava facendo il verso al sig.Train, al suo reggicoda e al topo gonzo. Infatti questi tre là stanno attaccati.
2 febbraio 2012 a 4:19 PM
Marcoz
Avevo colto, Red. Cac. E senza nemmeno l’ausilio dell’emoticon.
2 febbraio 2012 a 5:57 PM
Top Ganz
C’è sempre il cretino che, entusiasta per averla capita, non si tiene e spiega la barzelletta.
3 febbraio 2012 a 3:51 AM
red. cac.
Mah. Non vedo barzellette. I tre là stanno davvero attaccati.
Sig.Marcoz, ci scusi. Temevamo che nel marasma dei giorni scorsi la lectio magistraslis sulla satira tenuta dal sig. Train Le fosse sfuggita.
3 febbraio 2012 a 9:02 AM
Marcoz
Scusi Lei, esimio Red. Cac., se Le sono sembrato stizzito (però ora basta con le maiuscole: il mignolo sullo shift si sta anchilosando). Vede, è che non guardo in faccia a niente e a nessuno se mi capita l’occasione di parlar male dell’emoticon.
2 febbraio 2012 a 6:54 PM
jazztrain1
Evidentemente il sig. Scintilla è un servo del potere… Ooops, era solo una battuta.
2 febbraio 2012 a 12:30 PM
Erasmo
“Botte ai figli e violenze sessuali alle mogli”. mi pare del tutto insufficiente. Evito di sollecitare violenza sessuale sui minori, ma almeno le botte alla moglie mi sembrano di rigore.
(E i cinesi della porta accanto? magari sono juventini)
2 febbraio 2012 a 12:35 PM
Marcoz
E i preliminari, Erasmo, dove li mettiamo? Come da capitolato, la violenza sessuale nei confronti della moglie prevede un’adeguata razione di botte di riscaldamento. È implicito.
2 febbraio 2012 a 12:38 PM
Marcoz
Sono molto discreti, i vicini cinesi, e non ho informazioni al riguardo.
2 febbraio 2012 a 12:53 PM
Erasmo
Menali, così cantano.
2 febbraio 2012 a 1:01 PM
Marcoz
Ogni tuo ordine è un mio desiderio: sarà fatto.
2 febbraio 2012 a 6:08 PM
Top Ganz
Ménagli. Si dice “ménagli”, Erasmo.
“Picchiare”, nel senso di “picchiare qualcuno” può essere reso con “menare a qualcuno (sottinteso le mani)”, intransitivo. E’ verbo d’uso originariamente romano, grazie a milla film estesosi anche al resto d’Italia, ma spesso scorrettamente (come si rileva in questo caso).
“Menare” qualcuno (transitivo) significa “portare”, “recare”, ecc. qualcuno. Dov’è che Marcoz dovrebbe portare i suoi vicini cinesi per farli cantare?
3 febbraio 2012 a 3:57 AM
red. cac.
Ex collega, l’uso intransitivo s’è imposto per forza di lingua burina. Al sig. Topo chiederemo se il sig. Train ancora se lo mena furiosamente, nel senso che se lo conduce impetuosamente qua e là per l’aia, ma non il cane. E al sig. Train le fidanzate meneranno sé stesse, di conseguenza.
2 febbraio 2012 a 2:10 PM
jazztrain1
Sicuramente contesterai in blocco questo articolo.
2 febbraio 2012 a 2:42 PM
Marcoz
Mah, il sig. Carlsen forse ha rilasciato l’intervista appena dopo aver giocato con un italiano, che gli avrà detto “ehi, what a hot girl!”, per fargli sparire la regina dalla scacchiera mentre lui si voltava.
Tuttavia, prima di dire la mia, dovrei capire meglio: dovrei contestare quello che ha detto il campione o le tue conclusioni? Contestarlo “in blocco” non mi è possibile.
2 febbraio 2012 a 2:51 PM
jazztrain1
What a hot girl è una battuta eccezionale, la migliore che tu abbia mai fatto in vita tua. Peccato che simili trucchetti non funzionino affatto, basta chiamare l’arbitro e ricostruire la partita con l’aiuto del formulario anche se un GM come Carlsen non ne avrebbe bisogno perché ricostruirebbe in pochissimi secondi la posizione esatta e farebbe immediatamente squalificare dall’arbitro l’avversario scorretto
No, mi riferivo alle sue affermazioni secondo le quali noi italiani siamo antisportivi, imbroglioni, e incivili.
3 febbraio 2012 a 4:01 AM
red. cac.
Ma se uno dice all’avversario, durante una partita di scacchi, guarda là che bella figa, e mentre l’idiota si gira il primo inverte le posizoni di alfiere e torre, ci sarannno i filmati a documentare la turpe malefatta, soprattutto quando si gioca ad Alà dei Sardi?
3 febbraio 2012 a 7:32 AM
jazztrain1
E se uno le dicesse che lei è un cretino e che fa domande cretine, come reagirebbe?
3 febbraio 2012 a 10:31 AM
Marcoz
Io non interverrei sulla disposizione in campo dell’avversario. Mi farei mangiare un bel po’ di pezzi e poi, quando lui si gira, ruoterei la scacchiera di 180° gradi.
3 febbraio 2012 a 11:46 AM
Scintilla
C’è chi le farebbe fare una “giravolta a 360 gradi”.
5 febbraio 2012 a 10:51 AM
jazztrain1
Se vuole sig. Scintilla, per insegnarle un po’ di buona educazione e il rispetto per gli altri che è un atto dovuto da parte sua, potrei darle un ceffone, così potrebbe girare lei a 360° .
5 febbraio 2012 a 11:26 AM
Erasmo
La premessa è un po’ macchinosa, ma poi c’è una bella accelerazione in spin.
5 febbraio 2012 a 11:56 AM
Marcoz
Ma povero sig. Scintilla!
(dice bene Erasmo: non male la chiusa)
2 febbraio 2012 a 3:23 PM
Marcoz
A volte le battute vengono considerate eccezionali solo perché sono alla portata di tutti.
—-
Carlsen.
Non credo si possa negare che l’Italia è, ancora oggi, un paese a elevato comportamento levantino. Naturalmente è ovvio che non tutti gli italiani fanno i furbi e mi auguro che egli, al di là della sommaria valutazione generale, sia abituato a valutare ciascun italiano in base a ogni singola esperienza, se ha modo di avere a che fare con i nostri connazionali.
Tanto per dire, se dovessimo rispondere alla domanda “gli italiani buttano le cartacce per terra?”, la risposta non potrebbe che essere sì, perché, solo dando un’occhiata alle nostre strade, dovremmo arrenderci all’evidenza.
D’altro canto, ci sono italiani come mio figlio che non riuscirebbero a buttare nulla per terra neppure se si trovassero in una discarica, tanto è il lavaggio del cervello che gli ho fatto (per l’elasticità mentale, sto provvedendo).
Tuttavia, non so quanto l’esempio personale che ho portato sia valido, perché ho vissuto la mia infanzia a stretto contatto con un coetaneo tedesco – di famiglia tedesca residente in Italia -, e potrei essere stato influenzato positivamente. Purtroppo, solo parzialmente: il padre era un alcolizzato che picchiava la madre.
2 febbraio 2012 a 6:19 PM
Top Ganz
Ergo, dai luoghi comuni, anche quando sembrano diramarsi da un fondo di verità (e il guaio dei luoghi comuni è che danno quasi tutti questa impressione), non ri ricava mai alcuna verità. E in ogni caso non risultano mai di alcuna utilità, pratica o spirituale che sia, come tutti i pregiudizi, solo sgangherati e poverissimi parenti dei giudizi.
3 febbraio 2012 a 4:06 AM
red. cac.
Questo aforisma del topo è degno di nota. I luoghi comuni son dunque il capovolgimento di quel che si verifica comunemente, anche se, subdoli, sembrano diramarsi (DI-RA-MAR-SI) da un fondo di superiorità. Sono un po’ come i pregiudizi che, rispetto ai giudizi, ai tempi belli il sig. Topo avrebbe chiamato paralitici in carrozzella.
Dunque qui da Lei, caro Marcoz, stilla il melle sapienziale del topo. Si dovrà venire più spesso.
3 febbraio 2012 a 8:57 AM
Marcoz
Non sono d’accordo, TG, l’utilità c’è, eccome. Naturalmente, si tratta di un’utilità di comodo, ma che risulta molto efficace quando si devono adottare comportamenti e contromisure, in un ambiente “ostile”, senza stare troppo a ragionarci su.
Generalizzare è praticissimo, e io lo faccio spesso. Tanto per fare un paio di esempi banali, è d’aiuto se non vuoi farti fregare facilmente in metropolitana il portafoglio dalla zingara o abbindolare dai discorsi dei religiosi di professione.
3 febbraio 2012 a 10:43 AM
Top Ganz
Tu cadi in un errore ahinoi piuttosto ricorrente: confondi l’esperienza col pregiudizio. Il pregiudizio prescinde dal giudizio, cioè da scienza e conoscenza. Proprio in quanto tale esso è sinonimo di cose tipo scaramazia o, più spesso e più appropriatamente, stronzata.
3 febbraio 2012 a 11:09 AM
Marcoz
Andiamo piano, col termine “stronzate”: io non ho affermato che generalizzare renda giustizia a chi viene “generalizzato”, se di giustizia si può parlare, e né che sia epistemologicamente corretto. Ho solo detto che può essere molto utile a chi generalizza.
Inoltre, non sarei così severo con i pregiudizi-che-non-sono-esperienza (se si è consapevoli di averne, non si fanno molti danni), perché tra di essi c’è pure quella cosa che ti fa chiudere a chiave la porta dell’abitazione, quando esci o vai a dormire, anche se non hai mai avuto l’esperienza diretta di un furto in casa.
3 febbraio 2012 a 1:10 PM
Top Ganz
1) Generalizzare è una forma grossolana di applicare la conoscenza, ma è pur sempre basato sulla conoscenza e quindi non equivale affatto ad avere ed applicare pregiudizi.
2) Resta perciò inteso che se tu intendi per pregiudizio una cautela basata sull’esperienza, se pregiudizio per te è guardarsi bene le tasche quando si va in autobus o chiudere le porte a chiave, potrei tranquillamente essere d’accordo sul fatto che il pregiudizio sia un utile strumento di orientamento e di prevenzione.
3) Solo che non è così: guardarsi le tasche e chiudere le porte sono pure cautele fondate sulla conoscenza di (numerosi) fatti pregressi, mentre avere ed applicare pregiudizi non coincide affatto coll’essere cauti, ma piuttosto coll’essere ottusi, superstiziosi, creduloni e il più delle volte stronzi, nel generico ma schietto significato di questo indefinibile insulto. Perché il pregiudizio è appunto giudizio emesso senza prima disporre di elementi sufficienti a sorreggerne non solo la fondatezza ma la stessa necessità, poggiandosi tuttalpiù su chiacchiere, sentito dire, leggende, malintesi, ecc., ecc..
3 febbraio 2012 a 2:31 PM
Marcoz
Gli esempi che ho portato io, le zingare dalla mano lesta sui mezzi pubblici e i preti affabulatori, si basano su esperienze (dirette e indirette) e fatti pregressi.
Va distinto il pre-giudizio (il trattino è importante) dalla pura maldicenza.
3 febbraio 2012 a 4:51 PM
Top Ganz
Che in presenza di certe zingare sul bus uno controlli meglio il proprio portafogli è comportamento – come dici tu – dettato dalla conoscenza di fatti, purtroppo. Ma proprio per questo non appartiene alla categoria dei pregiudizi. Pregiudizio è pensare che “i negri puzzano” (in quanto “negri” e non in quanto altro), che il gatto nero che ci attraversa la strada porta iella, che un tizio sia uno iettatore, che invece toccare una gobba porti bene, che gli ebrei/i genovesi/gli scozzesi siano tutti e sempre avari e interessati e i siciliani gelosi, che una donna nel ciclo non debba avvicinarsi alla preparazione di insaccati, che i rossi di pelo siano tutti malvagi, che farsi troppe seghe renda ciechi, ecc., ecc., ecc..
3 febbraio 2012 a 5:51 PM
giovannifrancescosagredo
Non capisco come una sequenza di superstizioni ci possa spiegare perche’ il pensare che gli zingari sono ladri non sia un pregiudizio.
3 febbraio 2012 a 5:58 PM
Top Ganz
Ove la domanda di GFS fosse rivolta al sottoscritto, annoto che la risposta, per altro semplicissima, l’aveva già data Marcoz: perché le nozioni negative circa gli zingari “si basano su esperienze (dirette e indirette) e fatti pregressi”, mentre i pregiudizi che ho citato io (che non sono tutte superstizioni) in quanto tali non poggiano su nulla di verificato ed oggettivo.
3 febbraio 2012 a 6:46 PM
Erasmo
Il sig.Sagredo è un logico rigoroso. Il sig. Topo la logica non sa dove abiti, però è divertente. Noi siamo sinceramente dispiaciuti di averlo reso un po’ meno spontaneo, perchè prima era anche più divertente. Faccio un esempio: prima di avere a che fare con noi, il sig.Topo non avrebbe avuto l’accortezza di mettere l’aggettivo “certe” prima di “zingare”, nel commento delle 4,51. Naturalmente, il sig.Topo, essendo meno dotato di Sagredo, ha mal usato la qualificazione: infatti, stava parlando di generalizzazioni giustificabili, e quindi non aveva bisogno di pararsi il culo dall’accusa di generalizzare. Ma tant’è, i riflessi pavloviani.
3 febbraio 2012 a 7:06 PM
topgonzo
Faccio comunque notare che concetti analoghi a quelli che oggi trovano il consenso del sig.Topo erano, qualche tempo fa, da lui classificati come “un proclama da KKK“.
Qui: http://topgonzo.wordpress.com/2010/10/05/due-rose-a-roma/
(commento del 5 ottobre ore 19)
3 febbraio 2012 a 7:20 PM
Marcoz
Riporto il discorso all’origine.
TG, generalizzare, far ricorso a luoghi comuni – perché di questo si parlava -, significa affidarsi a un pre-giudizio (continuo a mettere il trattino). E il pregiudizio rimane tale in ogni caso, quando ci aspettiamo un determinato comportamento da ogni individuo di un gruppo definito, a prescindere dal numero e dalla qualità delle conferme che possiamo avere.
3 febbraio 2012 a 7:51 PM
giovannifrancescosagredo
Allora il concetto e’ che si devono distinguere i pregiudizi basati su propri frammenti di esperienza da quelli basati sull’esperienza degli altri? Oppure il concetto e’ che i pregiudizi, prima di applicarli, vanno criticamente e contestualmente analizzati? Ma mi rimane un dubbio: perche’ ha introdotto una sequenza di superstizioni? Cosa centrano con i pregiudizi? Forse lei ritiene le superstizioni dei pregiudizi?
3 febbraio 2012 a 9:41 PM
topgonzo
Assunto, sig.Sagredo. La nominiamo gatto di casa, nel senso che prende i Topi, e poi ci fa giochi crudeli.
4 febbraio 2012 a 9:52 PM
Top Ganz
@ Erasmo-Topgonzo
E poi sarei io quello carente in logica: cosa cazzo c’entra quel link se qui si parla delle zingare che girano sui bus (e tutti sappiamo di che sono capaci molte(*) di loro) mentre li c’era invece uno stronzo che tirava in ballo la puzza, cioè il più classico dei pregiudizi razzisti (o no?).
(*) Sì, Erasmo, molte, non tutte. Ma tu puoi sempre provarti a dimostrarmi che invece TUTTE le zingare sono ladre. E io aspetterò qui pazientemente che tu ci riesca.
@ Marcoz
Tu insisti col trattino di “pre-giudizio”, perché intendi quel “pre” anteposto a cattive esperienze. Cioè: io giudico pericolosa la zingara sul bus, con ciò premunendomi dell’evento borseggio. Giudizio prima del danno, fondato su esperienze. Ma questo si chiama cautela, sagacia, buon senso ed ha una valenza virtuosa, niente affatto accomunabile con la negatività del vero pregiudizio. Già, perché nel termine pregiudizio (che si scrive senza trattino) il “pre” non è affatto riferito ad un eventuale danno (sta qui l’equivoco tra noi), ma bensì agli elementi necessari ad elaborare il giudizio che dovrà evitarci il danno. Vale a dire che, se attuo un pregiudizio, io giudico ignorando o senza aver correttamente considerato gli elementi per farlo. Pertanto avrò le stesse probabilità di essere danneggiato da un evento futuro di quelle che avrei non attuandolo. Un esempio classico di pregiudizio, cioè di giudizio non sufficientemente fondato sta nel famoso enigma del guardiano del castello:
http://www.pensieriparole.it/indovinelli/autori/s/sara-bacchilega/indovinello-73173
il cui protagonista finisce male appunto perché giudica in troppa fretta e in base a insufficienti elementi.
Cautela è tener conto che molte zingare che vanno sui bus sono ladre. Pregiudizio è essere certi che lo siano tutte, come fa quel fesso di Erasmo, che non a caso è razzista.
@ GFS
Quanto risposto a Marcoz vale naturalmente anche per lei, sig. GFS. A lei aggiungo però altre cose.
Innanzitutto non capisco quando io possa averle dato l’impressione di ritenere che occorrerebbe “distinguere i pregiudizi basati su propri frammenti di esperienza da quelli basati sull’esperienza degli altri”. Siccome però lei pone la cosa in forma interrogativa, le rispondo: assolutamente no. L’esperienza, quando di esperienza si tratta, è tutta roba buona e utile a vivere.
Quanto all’ipotesi che “i pregiudizi, prima di applicarli, vanno criticamente e contestualmente analizzati”, rispondo che un pregiudizio, essendo nel migliore dei casi solo un abbozzo di giudizio e con tutta probabilità fallace, non andrebbe mai “applicato”.
Infine, sì, è vero, gli esempi che ho frettolosamente fatto sono perlopiù superstizioni, ma non tutti, e comunque anche le superstizioni sono pregiudizi, calzando esse perfettamente la definizione che sopra ho più volte dato del termine. Naturalmente le superstizioni sono, nell’ambito dei pregiudizi, in numerosa e pessima compagnia. Pensi un attimo ai caratteri (perlopiù negativi) che si ama comunemente quanto grossolanamente associare ai vari generi di comunità umana (etnie, religioni, nazionalità, ecc.). Pensi ai pettegolezzi, elaborati per soddisfare i piaceri psichicamente perversi di chi li elabora e di chi presta loro incondizionata fede, mai a fini di verità. Pensi alle religioni, sempre prodighe, in barba e in danno della scienza, di spiegazioni interessate dei fenomeni che ci trascendono. Pensi a tante altre cose, cioè a quante altre forme di pregiudizi esistono.
5 febbraio 2012 a 12:07 AM
giovannifrancescosagredo
Non so se mi ha convinto di qualche ragione. In fondo se e’ vero che alcune zingare salgono sugli autobus per rubare e’ pur vero che etnie diverse hanno simbiosi microbiologicamente e quindi metabolicamente diverse ed in grado di creare diversi odori. Se lei non se ne e’ mai accorto significa che non ha mai frequentato, a titolo di esempio, africani che non usino grandi quantita’ di profumi per velere (o celare?) un aroma chiaro e forte. Ma se lei chiedesse ad uno di loro che odore hanno i bianchi lui risponderebbe senza timori di politically correct che il nostro odore e’ pure forte e simile a quello di amine a lunga catena alifatica (cadaverina e spermidina). Cosi’ e’, siamo accecati dal nostro odore e sentiamo il diverso. Un destino che negarlo ci si fa un torto. Quindi, affermare che etnie diverse hanno diversi odori NON e’ un pregiudizio ma la presa di coscienza di un dato di fatto che ci fa puzzare ne piu’ ne meno di quanto puzzino gli altri.
Con ossequi.
5 febbraio 2012 a 12:59 AM
Erasmo
Nella discussione che ho già linkato, in calce a un post da me scritto, si è verificato questo strano caso: io, che ero stato presente al fatto, dicevo a chiare lettere che le due zingare non puzzavano, mentre il sig.Topo dava per scontato che puzzassero, e si dava da fare per giustificare questa loro caratteristica. Non poteva assolutamente credere che due zingare non puzzassero.
5 febbraio 2012 a 11:53 AM
Marcoz
No, TG, quel “pre” è successivo a cattive esperienze. Cattive esperienze che non devono essere necessariamente dirette, perché si formi il pregiudizio.
Ma, al di là di questo, io contesto la tua replica perché tu continui a concentrarti sulla bontà e correttezza del pregiudizio, quando io ho sempre e solo rimarcato l’aspetto dell’utilità pratica, che prescinde qualsiasi ipotetico criterio di “giustizia” o di logicità metodologica.
E ora vado a rispondere nel merito del tuo commento.
L’utilità pratica del pregiudizio non ha la necessità di adeguate quantità di dati disponibili e corretti, perché la comodità del pregiudizio sta proprio nel preservarci da eventuali danni “senza stare troppo a ragionarci su”, come ho specificato all’inizio.
Infatti, il pregiudizio lo si adotta se c’è un “basso costo”, sia in termini di energie attive spese se si ha ragione (la zingara e lì per rubare) e sia in termini di ripercussioni negative se ci sbagliamo (non si rischiano particolari “ritorsioni sociali” discriminando la zingara onesta).
L’esempio dell’indovinello che porti non è attinente, per due motivi. Il primo, quello fondamentale, è che non si tratta di un semplice caso di induzione: la prima zingara ruba, la seconda ruba, la terza ruba… tutte le zingare rubano (l’induzione è l’essenza del pregiudizio); infatti, il ladro dell’indovinello commette un errore di interpretazione dei fatti assente nello schema del pregiudizio spicciolo di “difesa”, e che, nel nostro caso, potrebbe essere ipoteticamente rappresentato da una zingara che, quando mette la mano nella tasca altrui, non ruba i soldi ma ce li mette.
Secondo, il costo. Essere uccisi è un costo altissimo e, quando c’è questo rischio, evitare che ciò si verifichi richiede molte risorse; quelle, come abbiamo visto, che non sono necessarie con il comodo e pratico pregiudizio di cui sopra.
5 febbraio 2012 a 12:19 PM
Marcoz
Orwell racconta, in merito al suo periodo come ufficiale in India, di come l’indigeno attendente che aveva al seguito sostenesse che i bianchi “puzzano di cadavere”.
5 febbraio 2012 a 12:28 PM
Top Ganz
@ GFS
Vabbè, ma non mi pare che si parlasse esattamente di odore naturale delle viarie etnie. Molto marginalmente, semmai. E’ tuttavia altrettanto scientifico il fatto che gli uomini (tanto più quelli civilmente evoluti e quindi soprattutto noi occidentali) abbiano un olfatto decisamente inefficiente se paragonato a qualsiasi altro mammifero. E sull’ipotesi che un italiano dal medio olfatto riesca a cogliere le varietà di cui parla lei avrei più di un dubbio. Anzi, scommetterei la casa sull’ipoetsi che non ci riesca affatto o ci riesca solo ccasionalmente, in modo del tutto non significativo.
Del resto, è noto come tutte le argomentazioni capziose abbiano un briciolo di supporto dalla verità o dalla scienza: è il segreto di Pulcinella che sta sempre dietro alla menzogna, alla calunnia e all’odio. Personalmente, apprezzerei di più chi dicesse genuinamente: non saprei dire esattamente perchè e per come, è una cosa a pelle, io dei negri/cinesi/arabi/ecc. ho paura/ribrezzo/disprezzo/ ecc.. Invece no, dobbiamo sempre preoccuparci di salvare la nostra apparente moralità. E’ lo scrupolo del lupo che non riesce a mangiarsi l’agnello senza prima trovare una giustificazione etica, ma anche la sua debolezza perché così agendo troppo spesso resta a digiuno e in qualche caso muore di fame. Prenda i tedeschi: difendevano l’Europa dal mefitico inquinamento raziale e morale e sono finiti come sono finiti. Prenda gli americani: in Vietnam con un casus belli farlocco e col napalm difendevano niente meno che la civiltà occidentale contro la dittatura e la barbarie bolscevica, ma se ne tornarono con le pive nel sacco.
@ Erasmo
A te non interessa discutere. A te interessa fare la parte del fico. Ti assecondo non rispondentoti e concedendotela tranquillamente, ma adesso stattene buono lì.
2 febbraio 2012 a 7:19 PM
giovannifrancescosagredo
Non chiedo mai al mio computer, per quanto esatto nei calcoli, se posso fidarmi di un Norvegese brufoloso.
2 febbraio 2012 a 8:04 PM
jazztrain1
Il norvegese brufoloso, caro gfs, è il numero 1 del mondo, non certo una mezza calzetta. Poi, è possibile opinare su quello che dice.
3 febbraio 2012 a 4:08 AM
red. cac.
Ehilà, sig. Train! A che ora si alza Lei, domani mattina?
3 febbraio 2012 a 12:46 PM
giovannifrancescosagredo
E’ il N. 1 nel mondo degli scacchi, computer esclusi. Io non chiederei mai ad un computer cosa ne pensa del Nazismo in Nord Europa.
3 febbraio 2012 a 2:51 PM
topgonzo
Il sig.Sagredo sta facendo discorsi un po’ troppo complicati per il sig.Train. Evitare le analogie e le doppie negazioni, please.
3 febbraio 2012 a 3:25 PM
giovannifrancescosagredo
Ma io credevo che facesse lo gnorri. Invece, secondo voi, alla seconda parentesi perde il conto?
3 febbraio 2012 a 6:50 PM
topgonzo
Beh, tenga conto del fatto che quando finisce una frase non si ricorda come l’ha iniziata. E questo si applica alle frasi sue.